Scrittore tedesco. Fuggito da casa a diciassette anni per arruolarsi nella
Legione Straniera, fu valoroso ufficiale nella prima guerra mondiale. La sua
prima attività di scrittore fu ispirata a ideali nietzschiani. Con
Fra
tempeste d'acciaio (1920),
Fuoco e sangue (1925) e il saggio
Il
lavoratore (1932),
J. divenne uno degli esponenti intellettuali
più rappresentativi del nazionalismo germanico, finendo con l'apparire,
suo malgrado, corresponsabile della formazione dello spirito totalitario del
regime hitleriano. La sua sensibilità aristocratica lo portò
gradualmente a dissentire dal nazionalismo, come rivelano, se pur in modo
velato, i saggi
Il cuore avventuroso (1929),
Foglie e pietre
(1934) e soprattutto il romanzo allegorico
Sulle scogliere di marmo
(1939), il suo capolavoro poetico. La sua produzione letteraria si
arricchì in seguito di numerosi romanzi, soprattutto di carattere utopico
(
Le api di vetro, 1957), di una vasta diaristica (
Giardini e
strade, 1942;
Irradiazioni, 1949) e di saggi socio-politici (
Al
muro del tempo, 1959;
Lo stato mondiale, 1960), che lo pongono quale
protagonista del dibattito sul pensiero nichilistico contemporaneo. La grande
molteplicità di interessi di
J., riconosciuto quale scrittore e
pensatore fra i maggiori del Novecento, è confermata dalle sue ultime
opere. Si ricordano la trattazione sull'Estremo Oriente contenuta in
Due
isole. Formosa e Ceylon (1968), il romanzo
Un incontro pericoloso
(1985), sottile ironizzazione del genere poliziesco, e il resoconto di un
viaggio in Asia,
Due volte Halley (1987) (Heidelberg 1895 - Wilflingen
1998).